lunedì 9 novembre 2015

Il monaco giocoliere 
Paulo Coelho, I racconti del maktub
La Madonna, con il Bambino Gesù fra le braccia, aveva deciso di scendere in Terra per visitare un monastero.
Orgogliosi, tutti i monaci si misero in una lunga fila, presentandosi ciascuno davanti alla Vergine per renderle omaggio.
Uno declamò alcune poesie, un altro le mostrò le miniature che aveva preparato per la Bibbia e un terzo recitò i nomi di tutti i santi. E così via, un monaco dopo l'altro, tutti resero omaggio alla Madonna e al Bambino.
All'ultimo posto della fila ne rimase uno, il monaco più umile del convento, che non aveva mai studiato i sacri testi dell'epoca. I suoi genitori erano persone semplici, che lavoravano in un vecchio circo dei dintorni, e gli avevano insegnato soltanto a far volteggiare le palline in aria.
Quando giunse il suo turno, gli altri monaci volevano concludere l'omaggio perché il povero acrobata non aveva nulla di importante da dire e avrebbe potuto sminuire l'immagine del convento. Ma anche lui, nel profondo del proprio cuore, sentiva un bisogno immenso di offrire qualcosa a Gesù e alla Vergine.
Pieno di vergogna, sentendosi oggetto degli sguardi di riprovazione dei confratelli, tirò fuori dalla tasca alcune arance e cominciò a farle volteggiare: perché era l'unica cosa che egli sapesse fare.
Fu solo in quell'istante che Gesù Bambino sorride e cominciò a battere le mani in braccio alla Madonna.
E fu verso quel monaco che la Vergine tese le braccia, lasciandogli tenere per un po' il bambinello.
Marc-ChagallThe-Circus-Horse-1964

mercoledì 4 novembre 2015

Cari ragazzi, se siete arrabbiate avete ragione...è un po' di giorni che non scrivo niente. In realtà forse siete felici di questo, ma comunque non va bene...
Nulla dies sine linea, ho scritto qualche giorno fa e io sono stata la prima a contravvenire a queste parole.
Rimediamo; sono qui a scrivervi per chiedere a voi umori e pareri sulla lezione di stamattina con la prof. ssa Tiseni.
Spero vi sia piaciuta almeno quanto piace a me: è davvero una collega di grande esperienza che saprà darci suggerimenti e consigli utili per il nostro lavoro insieme.
Lascio lo spazio qui di seguito anche per permettere ai vostri compagni di inserire il verbale sull'attività di questa mattina.
Spero che vogliate aiutarli a completare il lavoro. Buon pomeriggio.

giovedì 22 ottobre 2015



Ho letto i vostri post su Gandhi, grazie della partecipazione.
Volevo così darvi un'idea del volto di questo piccolo gigante.
Così, cercando, ho trovato questa sua poesia, ma è in inglese, e sapete che io non conosco questa lingua.
Mi fate una cortesia? Mi mandate la traduzione, perché non so che cosa c'è scritto, ma se è di Gandhi è senz'altro degna di essere letta,  conosciuta e condivisa!
"Nulla dies sine linea", Plinio il Vecchio. 
Letteralmente significa "Nessun giorno senza una linea", ma in senso più generale significa che non si deve lasciar trascorrere neppure un giorno senza scrivere almeno una riga, una frase.
So bene che la pratica della scrittura, per voi ragazzi, è forse una delle più odiose, eppure è necessaria e meravigliosa.
Ci aiuta a riflettere, a pensare, a fissare su carta le nostre più intime sensazioni, a ricordare fatti, persone, momenti che altrimenti andrebbero persi.
L'idea del blog è nata un po' anche per questo, per spingervi, volenti o nolenti, a scrivere almeno una riga, per lasciare la vostra traccia in questo spazio condiviso. Grazie dell'aiuto e buona scrittura.

                                       

sabato 17 ottobre 2015

"Occhio per occhio fa sì che si finisca con l'avere l'intero mondo cieco." Gandhi

Mi sembrava che questa frase fosse perfetta, visto che a scuola abbiamo parlato proprio di questo, a proposito del punire con la pena di morte, ad esempio, gli assassini.

Sapete chi è Gandhi? Bene stavolta tocca a voi cercare qualcosa su di lui!!!
Poeta? Scrittore? Politico? Astronauta? Boh

lunedì 12 ottobre 2015

Buona sera cari ragazzi, ho trovato questo video sul sito del Corriere della sera, ci sono cose interessanti! Sono pochi consigli per farvi amare la scuola di Beppe Severgnini. Chi non lo conosce lo cerchio su internet!
Intanto buona visione e....aggiungete voi alcuni suggerimenti che ci permettano di venire a scuola volentieri. Un abbraccio
http://video.corriere.it/otto-consigli-studenti-primo-non-annoiatevi/bf848446-19f7-11e3-bad9-e9f14375e84c

giovedì 1 ottobre 2015

Non volevo che passasse sotto silenzio "l'omicidio di stato" avvenuto oggi in America. 
Già questa mattina rapidamente vi avevo accennato al fatto che una donna 47enne era stata giustiziata in Georgia con una iniezione letale.
Non la chiamo volutamente pena di morte, ma omicidio di stato, in quanto lo stato è l'artefice della morte di un suo cittadino, per quanto violento e criminale, comunque un cittadino. Non sto giudicando ora le azioni della donna, nè voglio difenderle o giustificarle; se un crimine ha commesso, è giusto che paghi per questo; d'altra parte credo fermamente che il compito di un insegnate, di un adulto, sia proprio quello di insegnare ai giovani a prendersi le proprie responsabilità: chi sbaglia è giusto che paghi.
Nonostante tutto però non si può procedere come ai tempi di Ammurabi, con la legge del taglione, occhio per occhio, dente per dente, perchè sono passati 4000 anni e mi auguro che l'umanità un po' si sia evoluta, o no? Continuiamo a credere che la punizione delle violenza possa avvenire con altra violenza, con altro sangue versato?
E allora giudichiamo i colpevoli con leggi giuste, puniamoli, incarceriamoli per il tempo stabilito dalla legge, ma lasciamo spazio alla speranza che ogni persona possa cambiare, pentirsi, rinnovarsi; quando la uccidiamo, le togliamo ogni possibilità.
E non mi state a dire che facciamo a lui/lei ciò che lui stesso ha fatto agli altri, quello ha ucciso e io lo uccido, questa è vendetta,non giustizia!
Anche il Papa era intervenuto a favore della donna.Vi lascio le sue parole.
<<Recentemente - aveva ricordato Papa Francesco - i miei fratelli Vescovi qui negli Stati Uniti hanno rinnovato il loro appello per l’abolizione della pena di morte. Io non solo li appoggio, ma offro anche sostegno a tutti coloro che sono convinti che una giusta e necessaria punizione non deve mai escludere la dimensione della speranza e l’obiettivo della riabilitazione». Parole che hanno fatto molto discutere negli Stati Uniti: «Bisogna proteggere e difendere la vita umana in ogni fase>>.
Riflettete e siate capaci di perdono,carissimi.



martedì 29 settembre 2015

"Absit iniuria verbis" (Livio, storico latino 59 a.C.-17 d.C.)
Non ci sia offesa nelle parole.

Questa sera vi lascio questa frase del poeta latino Tito Livio e ne aggiungo un'altra, tratta invece dalla Bibbia che dice " Se una frusta ti colpisce, ti lascia il segno sulla pelle, ma se ti
colpisce la lingua, ti spezza le ossa.La spada uccide tante persone, 
ma ne uccide più la lingua che la spada."

Lo so che sembra strano perché tutti noi abbiamo certo più paura delle ferite del corpo che di quelle dell'anima, del dolore fisico che di quello psichico, eppure vi garantisco che le offese, gli insulti, le prese in giro che tante volte sento serpeggiare nell'aria tra i ragazzi, fanno molto molto male e le persone alle quali queste brutte parole si rivolgono non le dimenticheranno più.
Ricordo ancora chiaramente battute, che sembravano leggere e innocenti, che magari mi colpivano quando avevo la vostra età e non le ho più dimenticate.
Pensate prima di parlare, perchè le parole uscite di bocca non possono tornare indietro ma restano attaccate al cuore delle persone a cui le rivolgete.
E allora se vi vengono in mente parole storte, mordetevi la lingua e tacete; sforzatevi di pronunciare solo parole piacevoli per gli altri e buone. Come fare a sapere se gli altri saranno contenti delle nostre parole? Basta che pensiamo: questa frase mi farebbe contento? Se la risposta è sì allora urlatela senza timore!!!
N.B.: urlatela quando non ci sono io in classe, se no mi tocca darvi una nota! Battuta scherzosa, perchè se no sembro troppo seria. Un abbraccio.



Lo so che la frase è un po' scurrile ma mi ha fatto morir dal ridere!!!
Buon minion a tutti.

venerdì 25 settembre 2015

Come promesso vi trascrivo il testo del discorso tenuto da Martin Luther King il 28 agosto del 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington. 

In parte il sogno di King si è realizzato, mai avrebbe immaginato che da lì a pochi anni addirittura ci sarebbe stato un presidente degli USA di colore, ma molto c'è ancora da fare, perché in America la discriminazione è ancora forte e forte l'attrito fra cultura bianca e nera.

E soprattutto mai smettere di lottare: perchè non appena si pensa che un obiettivo è stato raggiunto e lo si da per scontato, verrà fuori qualcuno che quell'obiettivo cercherà di strapparcelo via e farà in modo che le cose tornino come erano al principio.      

Mediate ragazzi, difendete con coraggio i vostri sogni!

Buon pomeriggio.                      



                                                                   I have a dream

E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.

martedì 22 settembre 2015



PER NON DIMENTICARE...

IERI



OGGI


Non vi sbagliate: la foto in alto non è l'immagine di una lussuosa crociera oltreoceano, è la foto storica di un "barcone" di emigranti italiani che approda in America, alla ricerca di fortuna.

Dal 1876 al 1915, infatti, furono ben 14 milioni gli italiani che, armati solo di speranza e di una valigia di cartone, lasciarono tutto per cercare fortuna altrove. E se per i primi 10 anni il viaggio era più semplice, perché la destinazione preferita era l'Europa, a partire dal 1886 gli italiani cominciarono a imbarcarsi per raggiungere l'America: nei quarant'anni dell'emigrazione di massa, 7 milioni e 600mila italiani attraversarono l'Atlantico diretti inizialmente in Argentina e poi anche in Brasile e StatiUniti.

Il pensiero, che oggi sono qui a condividere con voi, si lega naturalmente a discussioni fatte in classe a proposito del tema dell'immigrazione, che stiamo affrontando in geografia. Ne abbiamo discusso piuttosto a lungo e spero che ognuno di voi abbia avuto la possibilità di esprimere in classe ciò che pensava, ma mi piacerebbe che lasciaste qui qualche altra vostra riflessione, perché no, anche coinvolgendo i vostri genitori, in modo che possiate discutere anche a casa di un argomento scottante. 
Non esitate ad esprimere la vostra idea, ricordando però sempre di essere rispettosi degli altri, mai offensivi. 
Un suggerimento (se lo gradite): prima di dire o scrivere qualsiasi cosa, riflettete se quelle parole, rivolte a voi, vi offenderebbero; se così fosse, non le scrivete o pronunciate. Se facessimo tutti così sono sicura che rinunceremmo a dire molte cose!
Infine (sapete che la sintesi non è il mio dono!) vi lascio due splendide poesie, una di Rodari, l'altra di De Amicis, che mi auguro possano essere punto di partenza delle vostre riflessioni. Come sempre buon lavoro e buon divertimento, cari ragazzi.


GLI EMIGRANTI

[…] Ammonticchiati là come giumenti
Sulla gelida prua morsa dai venti,
Migrano a terre inospiti e lontane;
Laceri e macilenti,
Varcano i mari per cercar del pane.

Traditi da un mercante menzognero,
Vanno, oggetto di scherno allo straniero,
Bestie da soma, dispregiati iloti,
Carne da cimitero,
Vanno a campar d’angoscia in lidi ignoti.

Vanno, ignari di tutto, ove li porta
La fame, in terre ove altra gente è morta;
Come il pezzente cieco o vagabondo
Erra di porta in porta,
Essi così vanno di mondo in mondo.

Vanno coi figli come un gran tesoro
Celando in petto una moneta d’oro,
Frutto segreto d’infiniti stenti,
E le donne con loro,
Istupidite martiri piangenti.

Pur nell’angoscia di quell’ultim’ora
Il suol che li rifiuta amano ancora;
L’amano ancora il maledetto suolo
Che i figli suoi divora,
Dove sudano mille e campa un solo. […]

De Amicis (1182)




Il treno degli emigranti

Non è grossa, non è pesante
la valigia dell'emigrante...
C'è un po' di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio...
un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l'ho portato:
nella valigia non c'è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.
Lui resta, fedele come un cane.
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù...
Ma il treno corre: non si vede più.

Rodari











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